Mia cugina Rachele è un noir di altissimo livello. Daphne Du Maurier ha infatti un’abilità assolutamente unica nel creare un crescendo di tensione, di ansia e di dubbio in chi legge i suoi romanzi. Oltre all’assoluta originalità dell’intreccio, l’autrice riesce a presentare il quadro psicologico di una donna ambigua, misteriosa e incomprensibile senza tralasciare mai nessun particolare. La malvagità non è espressa tramite azioni esplicite ma piuttosto attraverso delle non-azioni, dei mancati avvenimenti, delle parole non dette. Tutto può essere vero così come il suo contrario. Chi si innamora di Rachele è come se ricevesse una maledizione. Perché lei è una donna che non lascia scampo, che spinge chi le sta attorno a perdersi nel labirinto dei propri dubbi mentre nulla sembra mai riuscire a turbarla. Rachele costringe le sue vittime, prima Ambrose e poi Philip, a rimanere schiacciate sotto il peso dei propri dubbi e dei propri sospetti, poiché nessuna accusa fa presa su di lei. Rachele non si lascia coinvolgere, è una donna gelida ed egoista che ha imparato fin da molto giovane a manovrare gli uomini giocando sulla sottile linea di confine tra compassione e desiderio. Le persone attorno a lei soffrono cercando di comprenderla, di giustificarla, di dare una spiegazione alle sue azioni, mentre Rachele prova quasi pietà per degli esseri che si dibattono nel groviglio dei propri sentimenti. Lei non prova mai nulla per nessuno, è al di sopra di ogni emozione, non conosce la paura perché ritiene di vivere in una realtà totalmente soggetta al suo dominio. Purtroppo, però, l’intensità della passione e della rabbia di un ragazzo giovane come Philip presenta dei lati incontrollabili che Rachele, abituata a manipolare uomini ben più vecchi di lui, non aveva saputo prevedere. E sarà proprio l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità che condurrà al peggior epilogo possibile, lasciando dietro di sé una realtà sospesa e senza tempo, carica di dilemmi destinati a non trovare mai una risposta. La trama può sembrare piuttosto prevedibile, una donna affascinante e forse pericolosa che stravolge le vite monotone di chi la incontra. Ma quando si arriva alla fine del libro (che si legge benissimo e piacevolmente) ci si trova inaspettatamente a provare simpatia per la maliarda, piena di vita e di risorse, che forse ha trovato due polli da spennare ma che ha regalato loro i momenti più piacevoli che mai si sarebbero immaginati. E si sa, certe cose si pagano. Con il denaro ma anche con l’anima. E in questa storia, come a voler stabilire una specie di equilibrio tra le parti, pagano tutti. Per amanti del genere, un ottima lettura.

 

recensione di Giuseppe Romito

 

Traduttore: Marina Morpurgo
Editore: Neri Pozza
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 21 settembre 2017
Pagine: 383 p., Brossura
  • EAN: 9788854515222